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COMITATO PER l'ABBAZIA e il MONASTERO di VIBOLDONE
Si è costituito a Viboldone un COMITATO che ci sostiene nel mantenere viva la nostra realtà monastica e nella cura dell'Abbazia e del Monastero. Fanno parte del Consiglio Direttivo: Ing. Pietro Antonini, Dr. Marco Civardi, Ing. Roberto Damia, Avv. Alessandro Ferrari e Dr. Francesco Vatti. Il Comitato è stato registrato tra gli Enti del Terzo Settore e per questo può essere scelto, con indicazione del suo codice fiscale, per l'attribuzione del 5 x mille in dichiarazione dei redditi:
Dona il tuo 5x1000 a: COMITATO PER L'ABBAZIA E IL MONASTERO DI VIBOLDONE ETS CODICE FISCALE: 97959820156 Se vuoi sostenere l'opera del Comitato puoi fare una donazione libera o contribuire alla realizzazione dei progetti che il Comitato a breve renderà noti sul nostro sito web: BANCA INTESA NUMERO CONTO CORRENTE: 55000/1000/00401583 IBAN: IT08A0306909606100000401583
Qui un breve cenno storico: "CUSTODIRE le RADICI"
Otto secoli e mezzo fa nasceva - in Vicus Boldonis - al cuore della pianura fluente di acque sorgive – allora paludose – la Domus degli Umiliati: casa, più che solenne abbazia. E divenne attraverso alterne vicende, un cammino ora aspro e tortuoso, ora calmo e ridente, sempre più fedele al suo nome: “casa” di preghiera ai margini della grande metropoli, ospitale per tutti i pellegrini in cerca di senso, respiro, amicizia. Il 1° maggio del 1941, quando imperversava il secondo conflitto mondiale, Madre Margherita Marchi con il primo nucleo della nascente comunità monastica benedettina, approdava a Viboldone e dava nuovamente vita a questa casa, grazie all'accoglienza dell’allora Pastore della Chiesa Ambrosiana, il Cardinale A.I. Schuster. Il dono singolare che ebbe madre Marchi di tenere unita una fedeltà tenacissima alla tradizione benedettina in tutti i suoi aspetti, e una apertura attenta, ardente, appassionata alla dinamica della Chiesa, ai fermenti nuovi del tempo, resta tuttora per le sorelle una preziosa eredità e un orientamento gravido di futuro. La comunità - illuminata e sostenuta dalla paterna autorità di pastori profondamente sensibili al valore e alla importanza della presenza monastica nella grande città - a partire dagli anni sessanta si insediò nel nuovo monastero, voluto dal Cardinale Giovanni Battista Montini, ed ebbe l'opportunità di ristrutturare a foresteria l'antica Casa del priore adiacente all'abbazia. Fu avviata in tal modo un’ospitalità che nella linea dell’antica tradizione benedettina, ha iniziato a rispondere anche a una domanda di raccoglimento e silenzio, e a offrire a orecchie capaci di ascolto momenti di Lectio Divina in cui lo studio e la meditazione della Sacra Scrittura tendono alla preghiera. Erano tempi nuovi, attraversati da istanze di riforma ecclesiale e risveglio spirituale che preludevano al Concilio Vaticano II. Sostenuta dalla geniale intuizione di madre Marchi che auspicava che le monache di Viboldone si mantenessero con il frutto del loro lavoro, la comunità allestiva una tipografia in cui venivano investite energie creative e forze operose di comunione. Qualche decennio più tardi si inaugurava il laboratorio di restauro del libro antico, in cui l’operosità benedettina si coniugava all’amore per la bellezza e all’opportunità di scrutare la sapienza di secoli e generazioni passate che sostiene il presente. Gli ultimi anni non hanno risparmiato alla comunità di Viboldone la fatica sofferta da quasi tutte le realtà monastiche in Italia e in Occidente. Il Cardinale Carlo Maria Martini invitava ripetutamente le sorelle a essere comunque segno di comunione, a mostrare la possibilità di una comunità alternativa, cioè di una comunità che non si separa dagli altri, che resta collegata con la vita comune della gente ed esprime la bellezza di vivere relazioni fondate sul Vangelo. Insieme alla cura per l’abbazia è maturato nel tempo l’interesse per il recupero dell’ambiente circostante. Quello che negli anni Quaranta era un borgo agricolo popolato da fittavoli e salariati, con cui le nuove arrivate avevano stabilito da subito cordiali relazioni quotidiane, sostanziate dall’offerta di assistenza sanitaria e scolastica, era stato gradualmente abbandonato. Oggi la comunità auspica, unitamente all'Associazione Amici dell’Abbazia di Viboldone costituitasi nel 1992, una rinascita di questo borgo ormai fantasma, e la sua valorizzazione nella forma di un «abitare generativo», che abbia i suoi riferimenti nella relazione, la cura, la sostenibilità. Umile presenza dei margini, all’ombra della sua torre che - radicata saldamente ai campi di marcite - svetta tra cielo e terra, la Comunità delle Benedettine di Viboldone che ne custodisce l’eredità comune, cerca chi condivida la passione per questa realtà e voglia collaborare a farla vivere, ripensarla nell’oggi, renderla più ospitale, creare laboratorio di umanità in questo luogo di preghiera della grande metropoli.
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05.55 - Mattutino 07.10 - Lodi 10.15 - Celebrazione dell’Eucaristia 12.15 - Ora sesta 16,45 - Lectio prefestiva settimanale 17.30 - Vespro |
05.20 - Mattutino 07.10 - Lodi 08.00 - Celebrazione dell’Eucaristia 12.15 - Ora sesta 18.00 - Vespro |
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